Vittima e carnefice, tra passione e razionalità, libera scelta e predestinazione, la figura di Elena incarna un mondo di contraddizioni. In scena nei teatri di pietra il 18, 22 e 24 Luglio.

A partire dal tentativo di comprendere Elena, senza giudicarla, è nato lo spettacolo Elena tradita, interpretato da Viola Graziosi e Graziano Piazza che ne è anche il regista, e scritto da Luca Cedrola (da Omero, Euripide e Ritsos). Lo spettacolo, prodotto da Teatro della Città – Centro di produzione teatrale sarà in tournèe a partire dal 18 luglio al Parco Lilibeo Baglio Tumbarello di Marsala per poi passare il 22 luglio da Modica (al Chiostro Santa Maria del Gesù) e approdare il 24 luglio al Teatro Antico di Akrai di Palazzolo Acreide. La pièce– con i costumi di Maria Alessandra Giuri e l’audio dall’archivio della Fondazione Inda  – affonda le radici nel mito, rileggendolo in modo fedele ma senza farsi suggestionare dai giudizi che, nei secoli, hanno fatto di Elena la traditrice, causa nefasta di guerra e morte o la regina innocente, vittima del volere degli uomini.
«È facile giudicare Elena ma è impossibile comprenderla davvero – spiega Viola Graziosi – . Io l’ho interpretata in varie occasioni e insieme con Graziano ci siamo costruiti la nostra di idea che non coincide con un giudizio ma con il volerne capire e sostenere la libertà di scelta. Per questo, abbiamo portato avanti questo progetto che ne analizza una grande colpevolezza, ovvero quella di voler conoscere se stessa, la vita e di voler essere libera di scegliere».
E per suggellare la loro idea, Viola Graziosi e Graziano Piazza si sono affidati alla penna di Luca Cedrola, coinvolgendolo nella loro ricerca volta a scandagliare le ambiguità di una donna che vuole esprimere se stessa attraverso parole che ne possono rivelare la modernità.
«In scena insieme con Elena – spiega Graziano Piazza –  ci sono io che rappresento gli incontri della sua esistenza e il tempo, inteso come accadimento con cui confrontarsi e confrontare la propria evoluzione. Ne nasce un confronto intenso, in cui la bellezza e la giovinezza rimangono immutate ma Elena non è mai uguale a se stessa. Non a caso nella locandina la campeggia frase di Dostoevskij la “La bellezza salverà il mondo” che evoca la beltà come possibilità di salvezza».
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