Fra tutte le regioni d’Europa, la Sicilia, punto d’incontro fin dalla preistoria di culture diverse, è la terra che più di ogni altra ha prodotto, elaborato, accolto ed esportato quello straordinario patrimonio di miti, fiabe e leggende che hanno alimentato da sempre la letteratura e l’arte occidentale. A questo scrigno immenso di storie, fantasie, memorie e cultura è dedicato Antiche fiabe siciliane, il minipercorso nell’ambito del più vasto La Memoria delle Radici: le Radici delle Memoria che si inserisce nel composito palinsesto di sinESTEsie– EStensioni Teatrali, la prima trasmissione del progetto Radio Teatro Città on Web iniziativa culturale multimediale, ideata da Orazio Torrisi e prodotta dal Teatro della Città – Centro di Produzione Teatrale in collaborazione con l’Università di Catania.
Il percorso dedicato alle fiabe verrà inaugurato, domenica 2 maggio alle ore 19, con Betta Pilusa, antichissima fiaba popolare proposta nella versione radiodramma dal gruppo composto dal regista Ezio Donato e gli attori Gianmarco Arcadipane, Raffaella Bella, Evelyn Famà, Marco Longo, Olivia Spigarelli, Riccardo M. Tarci. Ad arricchire il tutto ci saranno anche le musiche ed improvvisazioni musicali del fisarmonicista Gianni Amore. Il radiodramma, come sempre, sarà fruibile sul sito teatrodellacitta.it, sulla pagina fb teatrobrancati e sui vari canali multimediali dell’ateneo catanese (radiozammu.it; in FM sulla frequenza 101.00 MHz; su Spotify (podcast “Sinestesie“) in video sul canale YouTube zammù tv – Università di Catania – zammù tv – Università di Catania (playlist “Sinestesie”).
“Il mito e la fiaba come riflessione ingenua, ma non per questo superficiale, di giusto e ingiusto: una sorta di morale istintiva in cui anche la morte, se non può essere sconfitta, almeno può essere esorcizzata dalla fantasia e dall’immaginazione”, spiega il professore Ezio Donato. “Come i miti e le leggende – continua – , tutte le fiabe sono vere: non mentono ai bambini ai quali permettono un atterraggio morbido rispetto alle asperità e alle durezze della vita che li attende, mettendoli in guardia dagli orchi e dalle streghe che dovranno affrontare. Non mentono agli adulti ai quali rivelano aspetti spesso inconfessabili della loro esistenza, pulsioni oscure che intimoriscono i loro cuori.
Per Antiche fiabe siciliane abbiamo scelto alcune antiche fiabe siciliane della tradizione popolare presenti anche nella cultura letteraria di tutto il mondo, a volte semplicemente trascritte, altre volte rielaborate, comunque sempre da grandissimi narratori. In particolare, la fiaba o “u cuntu” Bettapilusa riprende il racconto popolare diffuso nella Sicilia orientale e trascritto da Laura Gozenbach nel 1870. Quattro anni dopo il racconto, diffuso nella Sicilia occidentale con piccole varianti, fu pubblicato da Giuseppe Pitrè con il titolo Pilusedda. La fiaba rientra nel repertorio di racconti popolari che circolavano fin dal Medioevo in tutta Europa e che narra di una ragazzina che nasconde la sua bellezza luminosa sotto una sudicia pelle d’asino per sfuggire dal padre. Pur rimanendo gli elementi perturbanti del racconto, la fiaba, elabora la storia con l’intenzione di produrre nell’ascoltatore una catarsi, una specie di antiveleno in grado di mettere in guardia dalle tremende violenze che si possono perpetrare fra le mura domestiche, anche all’interno della stessa famiglia”.