di Laurent Gaudé
traduzione e regia Beno Mazzone
con Viviana Lombardo
voce: Alessandro Vella
musiche Antonio Guida
costumi Sartoria Teatro Libero
luci Gabriele Circo e Fiorenza Dado
grazie a Patrizia Veneziano e Domenico Bravo
per l’amichevole collaborazione
Teatro Libero Palermo
Il mito di Medea riscritto da Gaudé che la trasporta in India, tra intoccabili e nuovi poteri. Una nuova divinità della morte, della danza, e dell’amore. Una ferita aperta che lascia credere alla sua propria follia, divenendo un’ombra luminosa…
Laurent Gaudé si impossessa del mito di Medea e la riscrive nel 2003. Racconta la storia di una donna in tutta la sua forza poetica, alle radici del tempo, fra Occidente e Oriente. Ridà a Medea una nuova origine, l’India, un nuovo popolo, la casta degli intoccabili e dei nuovi poteri. Diventa la dea della morte, della danza e dell’amore. Ribattezzata Medea Kali, ritorna a Corinto parecchi anni dopo la sua fuga, più ubriaca di vendetta e d’amore che mai, per il suo ultimo viaggio. Medea Kali è una ferita aperta nell’amore, che lascia credere alla sua propria follia, e alla sua fuga nell’inspiegabile, l’inviolabile, l’insostenibile, l’innominabile per una ricerca di pace. Diviene un’ombra luminosa creata dalla potenza suggestiva delle parole. Ci permette di entrare nell’intimità di una figura antica ma risolutamente attuale. È un grido di donna che attraversa i secoli per farci riflettere e dar luce al nostro vivere attuale, con tutti i possibili riferimenti alle storie di cui sono piene le cronache.