Venerdì 5 luglio alle 21, nel Chiostro di Ponente del Monastero dei Benedettini, andrà in scena lo spettacolo “Il canto delle sirene”, con Pippo Pattavina, Debora Bernardi e Ezio Donato, che cura anche la regia e l’adattamento teatrale. Musiche di Matteo Musumeci eseguite dal vivo alla fisarmonica da Gianni Amore.
L’evento è inserito nel calendario di eventi “Porte aperte Unict 2019 – L’Università per la città”, concerti, proiezioni, spettacoli teatrali e incontri negli edifici storici dell’Università di Catania fino al prossimo 2 agosto. Lo spettacolo fa parte del ciclo “Un classico moderno” con cui il Teatro della Città propone l’universalità e l’attualità dei testi classici. I biglietti si acquistano al botteghino in loco, la sera dello spettacolo: intero 10 euro, ridotto personale universitario 7 euro, ridotto studenti 5 euro.
Il testo è costituito da un trittico, composto dai libri X e XII dell’Odissea di Omero a cui fanno seguito “L’ultimo viaggio” di Giovanni Pascoli e “La Sirena” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: due capolavori della letteratura del Novecento che ruotano intorno ai mitici lidi della Sicilia e alla metafora dell’incanto e dell’inganno delle sirene. Le sirene, presenti in tutti i mari del mondo, sembra infatti che in Sicilia trovino sempre un fertile terreno di seduzione degli uomini.
Nella riduzione in forma scenica del racconto postumo “La Sirena”, più noto con il titolo “Lighea”, che fu scelto dalla vedova di Tomasi di Lampedusa, la narrazione fiabesca, sospesa tra realismo e dimensione fantastica, ruota intorno ad un anziano professore di greco che rivela ad un giovane amico il segreto di un magico amore, vissuto nell’estate in cui, ventisettenne, si era ritrovato in una località marina siciliana, diviso tra l’attrazione del mare e lo studio del greco per il concorso a cattedra. In questo frangente sarebbe esplosa in lui la passione ricambiata per una bellissima sirena, Lighea, il cui richiamo ha continuato a cadenzare i ritmi della sua vita.
Nel poema “L’ultimo viaggio”, tratto dai Poemi Conviviali di Giovanni Pascoli, un Ulisse già vecchio racconta le sue peripezie attorno a una fantastica Trinacria, luogo di straordinari incontri, nella dimora di Eolo, fra Scilla e Cariddi, con la dea Calypso. Il mitico eroe di Omero e la sua Sicilia diventano, nell’immaginario letterario di narratori e poeti, dall’antichità fino a Dante e poi Pascoli, Saba e i contemporanei, la rappresentazione del conflitto eterno fra il desiderio alimentato dalla curiosità e le frustrazioni che i limiti dell’agire umano, avvertiti come insormontabili, impongono.
“Il canto delle Sirene” diventa quindi l’occasione per parlare della Sicilia e del suo rapporto con le altre culture antiche e contemporanee, ma anche del rapporto tra Nord e Sud.